Intervista di Cinzia Carnevali, Psicoanalista membro Ordinario con funzioni di Training della Società Psicoanalitica Italiana (SPI) e International Psychoanalytical Association (IPA) e Presidente del Centro Adriatico di Psicoanalisi a Salimata Kone, Presidente della Federazione delle Associazioni anti-violenza in San Pedro, in Costa D’ Avorio, Africa dell’Ovest.

Ho incontrato Salimata, in occasione del viaggio in Costa D’Avorio, sulle tracce della famiglia di origine di Tinon Mamadou Kone, detto Madou, 25 anni appena compiuti, il fratello più piccolo di Salimata, detta Saly.

Ho conosciuto Madou, arrivato in Italia con un barcone, presso il Centro di accoglienza CAD di Rimini, quando ha partecipato al primo progetto Adolescenti e Migranti nel 2017.

Accolto in una famiglia italiana, e poi adottato, Madou è cresciuto, ha studiato, ha conseguito il Diploma di scuola superiore, ha preso la patente e lavora con un contratto regolare presso una ditta di impianti elettrici.

Questo viaggio con Madou e la sua mamma adottiva, Sandra Tella, è stato emozionante e sorprendente.

Ritrovare la sorella maggiore Saly, che lo credeva morto, dopo circa 9 anni, ha svelato tutto il dolore che le separazioni dai propri cari depositano nel cuore.

La sorpresa è stata l’impegno di Saly per il suo Paese, la Costa D’Avorio, un Paese avviato sulla strada della democrazia, in forte sviluppo economico, guidato da un Presidente molto amato.

Saly è una donna forte, di 55 anni, impegnata nella difesa dei diritti umani, nell’emancipazione femminile, in difesa del diritto allo studio delle bambine e dei bambini.

Domanda : Ci parli di cosa si occupa la Federazione?
Risposta : La Federazione è composta da più Associazioni che lottano per le donne maltrattate, violentate, abbandonate con i numerosi figli minori anch’esse abbandonati e maltrattati, per le vedove, per le donne e le giovani figlie che lottano per la loro emancipazione.

D: Lei è la portavoce delle storie di tante donne maltrattate e violentate?
R: Sì da tanti anni, a partire dalle mie esperienze personali ho cominciato ad occuparmi delle donne maltrattate e violentate dal marito e/ o da altri uomini, le donne mi chiamano, io le ascolto e poi se sono ferite le accompagno all’ospedale, poi le accompagno a denunciare l’aggressore, sino a poter incarcerare l’aggressore o gli aggressori e a portarli in tribunale. Alcune di queste donne con i loro bambini vengono accolte nella struttura e cominciano a lavorare con me che ho un piccolo ristorante. Vengono aiutati anche i bambini che vengono accompagnati a scuola, non bisogna lasciarli nell’ignoranza.

D: Tua figlia?
R: Ho tre figlie e tutte studiano, la più piccola studia diritto privato ad Abidjan. Ha scelto di studiare diritto perché stando con me ha compreso che per difendere le donne e i loro diritti occorrono i documenti, a volte le donne non sanno la loro data di nascita ed anche i bambini hanno bisogno di documenti per poter andare a scuola.

D: Ha mai avuto paura?
R: Prima avevo paura poi il governo dopo le lotte ha approvato una legge in difesa dei diritti umani. Ora le donne si possono difendere, c’è un diritto a difendersi, la legge consente di denunciare e di portare gli aggressori in tribunale. Io le ascolto con discrezione e competenza e loro si confidano per poterle aiutare a proteggere l’integrità della loro persona. Quando le donne arrivano, spontaneamente o chiamate dal Tribunale, io vado ad occuparmi di loro, due giorni fa mi hanno chiamato per due donne violentate che erano in Questura. Se la Comunità aiuta, le donne riescono a denunciare le violenze fisiche, emozionali e psicologiche. Le ferite nel sentimento sono le più difficili da raccontare e denunciare.

D: Ci sono dei cambiamenti?
R: Si, prima quando arrivava la violenza il nana, capo del villaggio, ora capo del quartiere, cercava di far arrivare delle scuse per non far andare in galera gli uomini violenti, le donne dell’associazione hanno fatto una grande opera di sensibilizzazione in modo da far cambiare atteggiamento al presidente del quartiere per poter subito intervenire con denuncia e metterli in prigione. A San Pedro c’è un nuovo Tribunale che riconosce le violenze e interviene al più presto per evitare che si ripetano e in forma più grave, per mettere subito in sicurezza le donne e i bambini. La violenza morale e psicologica non si vede, è tanta e traumatizzante soprattutto per i bambini. Si è abbassata la violenza fisica, ma quella emozionale che riguarda l’abbandono, la trascuratezza dei bisogni affettivi, la negazione del loro “essere” è più difficile da combattere. Le donne che lavorano qui in Associazione sono donne abbandonate dal marito e che hanno diversi bambini da far crescere, hanno bisogno di mangiare e di un tetto per dormire. L’Associazione le sostiene sia nei bisogni concreti sia nell’affrontare la depressione e recuperare la loro dignità umana nella Società.

Ringrazio Laura Ravaioli, co-chair dell’IPA subcommittee per le Nazioni Unite, per la diffusione dell’intervista ai Soci del Centro Adriatico di Psicoanalisi in Italia e a livello Internazionale.

Associazione Salimata Kone

01 BP 398 San Pedro 01 Cote D’Ivoire

Tel. 07 09238955 - 225 0709238955



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